I nostri primi testi

Stesso incipit...
Alla ricerca delle tre perle di Giulia Bonuso
Lara si avvicinò per vedere cos'era quello strano oggetto sul prato, lo toccò e, dopo pochi secondi, successe una cosa da rimanere a bocca aperta: apparve un foglio enorme davanti ai suoi occhi con sopra indicate tre tappe per raggiungere tre preziosissime perle. Lara incredula abbandonò tutto e tornò a casa sua come se nulla fosse.
Il giorno dopo si svegliò e cosa vide sul suo comodino ? La mappa! Non poteva più far finta di niente e decise di mettersi in cammino.
Il primo posto che visitò fu Barcellona. Seguendo il percorso riportato sul foglio, Lara arrivò in un negozio dove trovò un signore parecchio bizzarro, che le disse che la prima perla era nascosta tra la merce esposta. Lara si mise a cercarla e alla fine, dopo tanto tempo, la trovò.
La seconda tappa portò la giovane in Francia, in una chiesa in cui incontrò tre draghi. Quello al centro aveva sulla fronte la seconda perla .
Lara doveva affrontare i terribili mostri e ucciderli, colpendo in fronte quello al centro e, per fortuna, ce la fece.
L'ultima tappa la condusse a New York in un enorme magazzino tutto pieno di perle, ma solo una di quelle era di valore. Lara non sapeva né che fare né come fare. Fortunatamente dopo un po' vide un elfo che le diede una lettera con su scritta una poesia. Appena Lara la recitò successe un fatto sbalorditivo: la terza perla cadde dal cielo e si ritrovò a casa sua con accanto un meraviglioso cucciolo di nome Billy, l'animale che aveva sempre desiderato. Da quel giorno la sua vita cambiò totalmente.

La scoperta di Guglielmo Buffetti
Lara si avvicinò per vedere cos'era quello strano oggetto sul prato, dopo un po’ che lo guardò, decise di raccoglierlo e portarlo in casa a farlo vedere al padre che sorpreso chiese dove l’avesse trovato. Lara rispose: "Tornando da scuola ho visto cadere sul prato davanti a casa uni strano oggetto, sono corsa a vedere cosa fosse, l'ho raccolto e l’ ho portato in casa”.
Dopo un po’ di silenzio il padre parlò: "Questa, a prima vista, mi sembra una mappa, ma non riesco a capire per cosa! Ora ci servirebbe tua madre, era lei l'esperta, ma purtroppo ci ha lasciati troppo presto". La donna era una famosa archeologa che era morta durante una spedizione qualche anno prima. "Quindi" continuò "dobbiamo andare nello studio di un esperto di mappe, sperando ci riesca ad aiutare".
Dopo mezz’ora di tragitto in macchina arrivarono nello studio prescelto, entrarono e chiesero subito allo studioso informazioni. L'uomo capì subito che si trattava della mappa di un tesoro a Hollywood, sotto la lettera H, della celebre scritta. Padre e figlia ringraziarono, uscirono e, subito dopo, tirarono un sospiro di sollievo perché lo studio dove erano era molto vicino al punto indicato nella mappa.
Andarono a comprare due pale e partirono subito.
Arrivati nel punto prefissato, iniziarono a scavare in lungo e in largo senza nessuna soddisfazione, fino a quando Lara non picchiò la pala contro qualcosa di duro, scavò un po’ di più e vide che era una cassa. Lara era così felice da rimanere senza parola. Appena si riprese chiamò il padre che l'abbracciò dicendogli: "Grazie a te Lara ora saremo ricchi!!!”
Martina Cama
Lara si avvicinò per vedere cosa fosse quello strano oggetto sul prato , lo prese da terra e lo portò a sua madre per chiederle a chi appartenesse . La donna, dopo averci pensato un po', le disse che era una trombetta che usava per giocare quando era piccola. Il giochino era variopinto e produceva un forte suono acuto. Lara si ricordò che lo usava con suo nonno Armando e si commosse. Lei era molto affezionata ai nonni materni, si rammentò di quando sua nonna Lucia preparava il pranzo o la cena e lei si metteva giocare con tutti i suoi giocattoli compresa la trombetta. Quell’oggetto trovato sul prato aveva un significato particolare. All’età di quattro anni il nonno Armando era volato in cielo e per il dispiacere lei aveva abbandonato il gioco in un angolo del giardino. Quel lutto aveva interrotto bruscamente la sua infanzia e il suo desiderio di giocare. Lara, all'età di quindici decise di tenere la trombetta sul suo comodino per ricordare il suo compagno di giochi, Il suo amato nonno Armando.
Enrica Caruso
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e , appena lo prese in mano, venne trasportata nel futuro, in una realtà simile a quella dei videogiochi in cui per sopravvivere bisognava essere forti e combattere gli avversari . A Lara sembrò di avere già fatto quello strano viaggio . Incominciò a camminare per le vie di quel posto sconosciuto . Assomigliava un po' alla sua città di origine, dove era cresciuta. A un certo punto le si avvicinò una ragazza che le chiese se voleva unirsi alla sua squadra e le spiegò che bisognava formarne una per combattere gli avversari: se uno del gruppo moriva, morivano tutti gli altri . La ragazza si chiamava Betty e Lara le chiese con che cosa dovevano sconfiggere gli avversari e soprattutto, cosa fondamentale, chi erano le persone da battere. Betty le risposi che gli avversari erano gli altri gruppi e tutti combattevano contro tutti. Per batterli avrebbero usato delle armi magiche che apparivano su richiesta . Quando si sconfiggeva un nemico aumentavano i punti della squadra. Gli scontri avvenivano in un'arena apposita dove c'era un arbitro e tutti gli spettatori attorno. Il campo di battaglia era protetto da una barriera magica, in modo che i colpi sferrati non potessero raggiungere nessuno degli spettatori. Ogni partecipante aveva un potere preciso: ad esempio Betty aveva quello del fuoco. Due ore dopo, una signora molto alta di mezza età salì sul palco che era allestito nella piazza e annunciò gli scontri che si sarebbero tenuti il giorno dopo . Finalmente arrivò il momento tanto atteso del combattimento. Prima dello scontro, l'arbitro disse di tirare fuori le proprie armi. Lara non sapeva cosa fare perché non capiva che potere avesse così si ricordò che cosa le aveva detto Betty il giorno prima. Improvvisamente la sua arma comparve e cominciò lo scontro. Lara scoprì di avere il potere del ghiaccio, l'unico elemento che mancava alla sua squadra. Sconfisse così gli avversari e si aggiudicò molti punti.
Dopo un mese, Lara si ritrovò in finale a sconfiggere l'ultima squadra rimasta e, in seguito in un lungo combattimento, morì. 
Un attimo dopo aprì gli occhi e si accorse di essere nella sua stanza, guardò fuori dalla finestra e vide che tutto era tornato come prima . Che si fosse trattato di un sogno? Comunque fosse la sua vita era tornata normale . Circa  dieci anni dopo si capì che quel segno aveva un collegamento con la realtà. Ciò che lei aveva sognato si stava poco a poco avverando. Inaspettatamente incontrò Betty e tutti gli altri membri della squadra, si unì a loro e combatterono fianco a fianco nelle battaglie. Quella volta il finale fu diverso, riuscirono a sconfiggere l’ ultima squadra e si aggiudicarono la vittoria. Dato che in tutta la città erano rimasti solo loro e il giudice, il premio assegnato fu la possibilità di ritornare indietro nel tempo e cambiare i fatti. La città, gli amici, i genitori, i parenti, gli insegnanti, tutto tornò come prima. Lara incominciò una vita tutta nuova.


Katerin Cocurullo 
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto che le volava davanti, girando come una trottola su se stesso. Era un piccolo scrigno tutto d' oro con delle decorazioni fuori dal comune, di un rosso acceso, che raffiguravano una strana storia, una vicenda che nessun uomo aveva vissuti e che nessuno conosceva tranne i proprietari di quella vita passata. Quel ritrovamento l'aveva sconvolta. Era sopraffatta da tantissimi sentimenti, inondata da un sudore che partiva dalla testa e le ricopriva il resto del corpo , pallida da sembrare un morto con il cuore che batteva a mille, braccia, gambe e labbra tremanti. Come era sua abitudine, quando aveva paura , era confusa e , infine , con una groppa in gola da non riuscire a respirare . 
I giorni si susseguivano e la scuola  per lei era come se non finisse mai , non stava più attenta alle lezioni non mangiava quasi mai , l' unica cosa che le interessava , a cui dava importanza era la domanda che si era fatta tantissime volte e che le provocava molta rabbia , il perché di quello strano scrigno.  L'unica cosa di cui era certa era che doveva iniziare un nuovo viaggio dove avrebbe scoperto un altro segreto ancora più potente e pericoloso .
Sara Costanzi
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e, quando lo raccolse, vide che si trattava di una spilla a forma di sole. L'oggetto brillava moltissimo , così lo prese e, da quel giorno in poi  diventò il suo porta fortuna .
Quell'estate Lara e la sua famiglia decisero di andare in vacanza in Egitto in un villaggio chiamato Sunrelax, accanto al quale c'era un curioso lago con una forma identica a quella della sua spilla .
Arrivata a destinazione, Lara cominciò a fare domande per sapere se c'era una relazione tra il lago e il suo prezioso gioiello, ma non ricevette nessuna risposta .
A Ferragosto la famiglia della ragazza decise di visitare il paesino accanto al villaggio e Lara rimase stupefatta perché sulle mura che circondavano il Borgo c'era disegnato ovunque il sole della spilla. Dopo una breve ricerca, usciti dal paesino sulla sinistra, Lara e la sua famiglia videro una grotta enorme dove entrarono. Pur avendo paura, si incontrarono al suo interno e videro sui muri moltissime scritte incomprensibili, così scesero ancora più giù con la speranza di trovare qualcos'altro. Arrivati in fondo scorsero una pergamena con su scritto che chiunque avesse trovato il Luckysun, la spilla di Lara, sarebbe stato fortunato per sempre .
Lara era molto contenta di questa scoperta e di questo viaggio con la sua famiglia. In quel momento Lara si sentì una vera e propria archeologa . Tornata a casa cominciò a cercare ovunque degli oggetti per scoprire le loro origini e il loro significato.

Il gioiello del deserto di Alessia Croce
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto nel prato… Si trattava di una pietra con incastonati piccoli rubini. Lara, essendo una bambina, non capì quanto fosse prezioso quell'oggetto, così, lo lasciò per ben cinque anni nel cassetto di camera sua, senza farlo toccare e vedere a nessuno, solo a suo padre Elio. Quando Lara compì quindici anni decise che era il momento di scoprire qualcosa di più su quella misteriosa pietra e, dopo numerose ricerche, trovò che proveniva da alcune oasi del deserto del Sahara. Lara però non riusciva ancora a spiegarsi perché quel prezioso gioiello fosse lì, nel prato della sua piccola casa in Piemonte, ma era determinata a scoprirlo. Lara prese l’ aereo con Jessie, la sua migliore amica, diretta al Cairo. Purtroppo il viaggio non andò molto bene, infatti per motivi di sicurezza scesero nell'aeroporto di Sharm el Shaik, noleggiarono una jeep e iniziarono le ricerche. Dopo tanti giorni, passati nel deserto, decisero di fermarsi e di sedersi nella sabbia bollente. Quando, all’improvviso, Lara vide qualcosa spuntare tra i granelli incandescente: erano pietre simili a quella trovata nel suo giardino e accanto c'era un biglietto con su scritto: "Sapevo che le avresti trovate, queste sono per te e la mamma, diventerete ricche, vi voglio bene. Papà."

La mela dorata di Giulia Ferraro
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato, incuriosita dalle facce stupite della gente. Avvicinandosi notò una luce di colore oro diventare sempre più intensa e, facendosi spazio tra le persone, individuò l'oggetto misterioso.


Lara si paralizzò nel vedere che si trattava di una mela dorata e subito dopo si ricordò di quando suo nonno, circa trent'anni prima, le aveva raccontato che il bisnonno aveva creato quel tipo di mela, unica al mondo e quindi dal valore immenso.
Omicidio a Genova di Francesca Gallusi
Teresa Grosso
Giulia Liguori
Waka waka di Manola
Federico Mauceri
Cibolandia di Filippo Miglio Gianluca Rossi
Quando il bisnonno era morto, aveva scritto un biglietto nel quale diceva di aver sotterrato la mela in un punto imprecisato del parco.
Lara capì subito che doveva riappropriarsi del prezioso oggetto ma la polizia lo stava già portando in caserma per analizzarlo, così corse subito verso casa per prendere il biglietto del bisnonno e, senza dare spiegazioni ai suoi genitori, uscì di casa per recarsi in caserma.
I poliziotti, vedendo il biglietto, restituirono la mela a Lara che, arrivata a casa, la fece vedere ai suoi genitori.
Senza esitazione, sua madre e suo padre, le consigliarono di venderla per ricavare i soldi con i quali avrebbe potuto pagare la scuola di ballo.
Dopo due mesi Lara fu chiamata dall'Accademia di ballo a Londra, dove si trasferì per perseguire la sua carriera di ballerina.


Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato. Una borsa, bagnata dalla rugiada del mattino, giaceva non troppo distante dalla sua proprietaria. Lara agente di polizia di Genova si mise i guanti e aprì la borsa con estrema cautela; al suo interno trovò: un pacchetto di sigarette, una collana e due fotografie ma soprattutto dei documenti. La donna ebbe un sussulto per lo stupore. "Ispettore” gridò con tutta la voce che aveva” l'abbiamo trovato!".
Marion Travel e la sua amica, Ana Hansel, la mattina del 20 ottobre 2015 non si erano presentata a scuola. Le due giovani non erano più tornate  a casa dalla sera del 19 ottobre. I genitori preoccupati avevano già avvisato la polizia locale di Londra informandola che entrambe le ragazze la sera del 19 erano a una festa nel parco più importante di Londra. Qualche giorno dopo la notizia era su tutte le pagine londinesi. La polizia andò sul posto ma non trovò niente di utile. Una scoperta interessante arrivò giorni dopo grazie ad un amico delle due ragazze che, interrogato, aveva affermato di aver visto, alla festa, le due ragazze salire in una macchina con la targa italiana. Passò un mese che spense nel cuore delle famiglie la speranza di riaverle vive. Londra era in lutto, affranta dal dolore. La polizia non si dava pace. Nel frattempo, in Italia, la notizia si era sparsa e le ricerche erano iniziate anche lì.  La sera del 31 gennaio 2016, le ragazze vennero ritrovate sepolte in un parco di Genova . I documenti nella borsa di Ana erano chiari, portavano ad un uomo di nome Stefano Carli, rilasciato da poco , dopo quindici anni di carcere per tentato omicidio. Per caso, mentre Lara rientrava in centrale, si fermò ad un semaforo. L’uomo che era nella macchina affianco aveva un viso familiare… Un solo secondo. I due si guardarono solo per un secondo; via, scattò l’inseguimento. Con una manata agile e dal movimento sciolto , Lara schiacciò il pulsante che accese le sirene. In contemporanea il semaforo diventoe verde. La macchina del nostro uomo sparì in un nano secondo, lasciando dietro di se una nuvola di fumo. La poliziotta prese la sua ricetrasmittente e disse con voce decisa: “Sto inseguendo una Panda rossa, targa:CZ2936M2. Passato il primo isolato il collega di Lara la informò che l’auto risultava rubata. Dopo un intenso inseguimento, l’uomo scese dall’ auto e corse in un vicolo ma Lara, con prontezza, tirò fuori la pistola e  riuscì a colpirlo alla gamba. Carli cadde a terra e Lara lo raggiunse. “L’ ho preso” disse soddisfatta alla piccola radiolina.


Il regno dei dolci di Nathalie Gardella

Lara si avvicinò per vedere cos'era quello strano oggetto sul prato e vide che si trattava di un antico volume con su scritto: se questo libro aprirai in un altro mondo andrai. Lara stuzzicata l'aprì e un vortice la risucchiò all'interno. Pochi secondi dopo si ritrovò in una strana foresta con alberi di zucchero filato e liquerizia con il terreno di cioccolato fondente e le case di biscotto. Lara un po' spaventata ma anche incuriosita seguì un sentiero e dopo  dieci minuti di cammino vide due cartelli con scritto via dolce e via salata. Visto che era una grande mangiatrice di dolci seguì quella via e pochi passi più avanti si trova di fronte a un palazzo completamente fatto di cioccolato bianco. Entrata vide subito un enorme sala: il pavimento era fatto di nocciola e le pareti di Marshmellow . Avventuratasi per il palazzo trovò la regina Zuccherina che le raccontò della guerra tra dolce salato. Dopo battaglia per la conquista dei territori si era giunti a una conclusione, la la regina Zuccherina e il re Salato dovevano mischiare i terreni.
Lara si svegliò di colpo in camera sua cercando di capire cosa fosse successo e, dopo essersi alzata dal letto, guardò sul comodino e vide un libro con sopra scritto "La battaglia tra dolce salato" e così scoprì che era stato solo un sogno molto gustoso . 

Holmes: il ritorno di Nicolò Giannilupo
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul pratoTutto aveva avuto inizio due anni prima quando Lara aveva finito le superiori e doveva sostenere gli esami. Fino a quel punto era andata bene, le mancava uno scritto, quello di inglese. Dopo alcune settimane era arrivato l'esito: era uscita con 100! Finalmente avrebbe frequentato l'università dei suoi sogni; ma a metà semestre gli venne offerto un colloquio per un lavoro insolito: investigatrice privata. Seppur attratta, tra se pensava che si trattasse di uno scherzo, ma si presentò lo stesso .Quel giorno arrivò al colloquio con abiti abbastanza formali . Appena entrata vide immediatamente il nome della società, e capì che non era uno scherzo, visto che era la stessa società dove lavorava il nonno, il celebre Sherlock, da cui aveva ereditato l'abilità di dedurre preziose informazioni grazie ad uno spirito di osservazione fuori dal comune. Il datore di lavoro iniziò a farle delle domande : come si chiamava, le sue ambizioni ed anche molti quesiti trabocchetto ma Lara non  si fece ingannare. Appena finito il colloquio sia il datore sia Lara erano molto soddisfatti. Dopo alcuni giorni le arrivò una lettera di assunzione nella società.
Lara doveva presentarsi alle nove del giorno dopo e così fece in perfetto orario. Come primo compito doveva investigare su un omicidio commesso in Inghilterra nel Devon. Durante il viaggio incontrò molte persone, ma una in particolare la colpì: Ervin Stapeton, un turista americano. Stava andando proprio del posto dove si dirigeva Lara. 
Appena arrivata vide la scena del crimine: un corpo accoltellato steso a terra; dalle analisi sembrava che fosse stato aggredito mentre correva. Lara iniziò a fare domande ai testimoni ed ai vicini per riuscire a ricavare qualcosa. Il giorno dopo Lara vide Ervin Stapeton, interrogare delle persone. ”Cosa ci fai qui?” le chiese Laura “Sono qui perché gli agenti della tua agenzia mi hanno detto di affiancarti” concluse Irving. Dopo altre indagini si trovò l'arma del delitto: un pugnale insanguinato che corrispondeva ai tagli ritrovati sul cadavere . Le impronte digitali poste sul manico corrispondevano a un uomo conosciuto alla polizia. Lara ed Ervin andarono immediatamente ad interrogarlo: si chiamava Joseph Park e viveva nelle vicinanze. Durante il colloquio l'uomo negò tutto, ma ovviamente non poteva che essere stato lui: per incastrarlo Lara ed  Ervin escogitarono un piano. Il giorno dopo tornarono da Joseph e gli nascosero una spia con un microfono per smascherarlo. Quest'ultimo però scappò e durante l'inseguimento si nascose per sfuggire ai due investigatori.
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e man mano che si avvicinava si rese conto che quello non era un oggetto ma il corpo di Joseph steso a terra, con accanto un biglietto che diceva: "Ho ucciso io quell'uomo perché mi doveva tanti soldi però visto che non avevo scampo ho fatto il gesto estremo di uccidermi.” e così il mistero fu risolto .

Gabriele Giolo
Un giorno come altri Lara stava pulendo con l'aiuto della madre la casa. Alla fine disse: mamma posso andare a giocare sul prato con la palla? È la madre rispose: "ma certo che puoi andare, però non tornare tardi". Mentre stava rincorrendo la palla Lara notò qualcosa di strano nell'erba si avvicinò per vedere cosa fosse quello strano oggetto sul prato e notò un foglio di carta con raffigurata una mappa . Lara allora andò subito a farla vedere alla madre: "Mamma, mamma, ho trovato una mappa" esclamò Lara. "Che bella! Non si trova tanto lontano il posto raffigurato. Puoi andarci, ma ad una condizione, che tu non faccia tardi" rispose la madre. "Ok, mamma, non ti preoccupare" replicò la giovane.
Lara chiese ai suoi amici più cari, Andrea e Lucia, se volevano accompagnarla e loro accettarono. I tre si misero subito in cammino e trovarono tanti ostacoli da superare. Una volta arrivati trovarono un gigantesco burrone e dall'altra parte il tesoro. Per fortuna, grazie ad una liana, lo raggiunsero e lo divisero in tre. Da quel giorno vissero felici e contenti.

Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto brillante e affusolato e, quando lo raggiunse, vide che si trattava di una chiave, era tempestata di diamanti un cerchio e sembrava d'oro. Si chiede subito che cosa ci facesse un oggetto così prezioso in mezzo ad un piccolo prato pieno di bambini . Forse qualcuno l'aveva smarrita. La stava per raccogliere per posarla sull'alto muretto quando notò che attaccata c'era una pergamena chiusa da uno strano simbolo inciso sulla ceralacca. Incuriosita aprì il foglio e scopri che si trattava della lettera di un certo Ernest, proveniente dalla Scozia in cui si parlava di un castello dove forse aveva nascosto qualcosa di molto prezioso. Lara era una ragazza di 17 anni molto curiosa è sempre disponibile. Era alta,  magra con i capelli lunghi, ricci e castani e con gli occhi scuri. 
Con la pergamena e la chiave in mano la giovane corse a casa per cercare su Internet il simbolo e trovò che era il vecchio stemma di una famiglia nobile scozzese. Lara amava l'avventura e decise di partire per scoprire cosa apriva la chiave misteriosa. Arrivata a Edimburgo il mattino dopo ansiosa iniziò la ricerca per trovare il palazzo. Dopo molte indagini e consultazioni sui libri della biblioteca della città Lara riuscì a trovarlo. Era un enorme castello nascosto in un immenso parco. Per fortuna riuscì a scavalcare le sbarre che dividevano il castello dal paesino. Una volta entrata sentì dentro di sé un senso di gioia e libertà. Trovò la stanza segreta dietro un grosso armadio. Le mani che tremavano. Dentro c'erano abiti sontuosi vecchi gioielli e costumi da caccia e tanti altri oggetti preziosi. Lara impazzì e provò tutti vestiti. Se li sarebbe voluti portare tutti a casa ma dopo pensò che non fosse giusto, allora decise di prendere qualche vestito e qualche gioiello. Mentre il resto lo consegnò al museo di storia della città. Dopo circa due settimane di vacanze Scozia tornò casa entusiasta della scoperta fatta.


Il cellulare russo di Ludovica Isetta
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato. Si accostò molto lentamente e scoprì che si trattava di un telefono. Incuriosita lo accese. Subito non capì la lingua in cui fosse impostato. Arrivata casa ,perciò, la cercò e riuscì a capire, dopo qualche minuto, che erano caratteri cirillici. Il proprietario del telefono, per l’appunto, non era italiano. Letti i messaggi, decise di restituire personalmente il cellulare, fece i bagagli e prese il primo aereo per Mosca. Arrivata, dopo quasi 10 ore di volo, andò alla ricerca del proprietario. Usando le informazioni presenti nella memoria del cellulare  si ritrovò in  via Tverskaya, una delle principali di Mosca. Suonato il citofono di una piccola casetta gialla dalle persiane verde chiaro, le apri un ragazzo bellissimo, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri che indossava dei pantaloncini blu e una maglietta bianca, mezza trasparente, da cui si intravedevano i pettorali scolpiti. Lara rimase scioccata e con la bocca spalancata. Cominciò a presentarsi in inglese perché lei il russo non lo sapeva. Mentre parlavano i due giovani si incamminarono verso il centro di Mosca. Presero una cioccolata calda e si scambiarono occhiate d'intesa. Ad un certo punto, Lara si dimenticò di parlare inglese, ma il giovane capi perfettamente. Lara rimase un po’ sorpresa e gli chiese spiegazioni. Lui rispose dicendo che era stato adottato da una famiglia italiana e che era in Russia solo per una vacanza. Dopo i loro lunghi discorsi Lara tirò fuori dalla borsa il telefono. Il ragazzo l'abbracciò e lei fece lo stesso. Subito si guardarono negli occhi e dal quel momento qualcosa cambiò. Dopo due giorni Lara dovette tornare a casa, suo malgrado. Si scambiarono il numero di telefono e per mesi e mesi continuarono a scriversi. Il giorno del compleanno di Lara, il giovane, si trasferì con tutta la famiglia in una via vicino alla casa di Lara e dopo pochi mesi si fidanzarono.

Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e si rese conto che era un bracciale. Appena lo indossò si trova in un labirinto e, spaventata, provòa togliersi il gioiello ma non ci riuscì allora proseguì per il sentiero che le si apriva davanti. Dopo aver camminato a lungo incontrò un bruco viola con un enorme papillon nero a pois. Entrambi si spaventarono ma il bruco per tranquillizzarla si presentò ed le offrì un tè che lei accettò . I due cominciarono a parlare e Lara gli raccontò di come fosse arrivata lì e gli chiese se poteva aiutarla a tornare a casa. Il bruco le disse che tanti anni prima era già successo un fatto analogo al suo e le spiegò anche che solo grazie alla polvere di fata poteva tornare a casa. Per trovarla però doveva attraversare due mondi paralleli. Il primo veniva chiamato il mondo buio ed era abitato da animali feroci, scarafaggi e topi e per finire dal perfido malvagio è molto irascibile folletto Rudolf . L'altro mondo era chiamato Magic ed era fatato. Thomas, così si chiamava il bruco, le aprì un portale che Lara oltrepassò, dopodiché prosegui seguendo attentamente l'indicazione del buffo animaletto. Arrivata a destinazione però Lara reincontrò il bruco seduto sul trono e rimase sorpresa perché non si sarebbe mai aspettata che fosse lui il cattivo. Spaventata capì che doveva solo scappare perché si sarebbe altrimenti trovata nei guai. Nel correre scontrò Thomas il quale cadde malamente e Lara, anziché scappare, decise di aiutarlo. Vedendo la buona azione il bruco l' aiutò a sua volta. I due diventarono amici. Il bruco l'accompagnò al portale per il mondo fatato e,  superato il confine, divenne una farfalla dai tanti colori sgargianti. Prima di volare via consegnò a Lara della polvere fatata. Tornata a casa, raccontò la sua strana avventur  ai genitori che non le credettero e pensarono che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Lara per ricordarsi del suo amico tenne sempre bracciale sul comodino. 


Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato, non credeva ai suoi occhi, era grande, di colore nero con tante luci. Incominciò a girarsi intorno per capire meglio cosa potesse essere e notò che dove toccava per terra l'erba era tutta bruciata. Accanto a lei nel frattempo si era avvicinato il suo fedele amico Charlie che era tutto occupato ad annusare l'erba perché  anche lui non capiva che cosa fosse, perciò abbaiava e guardava Lara con un'aria interrogativa. Ad un certo punto incominciò ad uscire del fumo, si sentì uno strano rumore e si aprì una porta da dove uscì  una scala. Lara era un po' preoccupata, non capiva cosa stesse succedendo ed era incantata a guardare. Dopo qualche minuto spuntò una strana creatura: al posto dei vestiti indossava una scatola, aveva le mani grosse ed era bassa di statura e in testa portava un imbuto . Lara la guardò e con voce tremante e salutò lo strano essere che le disse: "Waka". I due si accorsero che parlavano lingue diverse, così l'omino schiacciò un bottone che era sulla scatola e incominciò a parlare come Lara, dicendole che si chiamava Olio, che arrivava da sottoterra, dove vivevano altre creature come lui a forma di scatola. Lara si presentò con Charlie e tre diventarono subito amici.

Noemi Margiotta
Lara si avvicina per capire cosa fosse quello strano oggetto nel suo giardino e, quando lo prese in mano, vide che era un vaso rovesciato probabilmente lì da anni. Al suo interno trovò una specie di pacco marrone con dentro una lettera e una foto, tutte e due molto sbiadite. Si capiva a stento quello che c'era scritto e la persona nella foto era irriconoscibile. Lara corse in casa dai suoi genitori, impaziente di sapere cosa fossero quella lettera e quella foto,  chi riguardassero e perché fossero nascoste dentro il vaso. Lara però non fece in tempo ad aprire la bocca che improvvisamente ebbe un flash back: vide se stessa dodici anni prima, a circa quattro anni che osservava di nascosto i suoi genitori mettere dentro a quel vaso in giardino il pacco molto furtivamente. Finalmente si decise a parlare: "Mamma, papà avete messo voi quello strano pacco dentro il vaso dodici anni fa, vero?" I suoi genitori si guardarono e sua mamma si decise a parlare: "sì  tesoro, è arrivato il momento di dirti la verità" e prese fiato. "Ti abbiamo adottata quando avevi due anni, i tuoi genitori biologici erano, anzi sono, dei delinquenti che non ti volevano, poi di punto in bianco hanno deciso di voler sapere qualcosa di te e ci hanno mandato quella lettera con una tua foto da neonata. L' abbiamo nascosta per il tuo bene. Lara allora li guardò e li abbracciò ringraziandoli. "Vi voglio bene!" disse loro in lacrime.

Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato, lo prese e, in un turbine di vento, fu scaraventata indietro nel tempo. Era arrivata nella stessa casa in cui abitava nel presente, una villa molto grande, solo che era il 1800. Lara guardò fuori dalla finestra e vide il prato in cui c'era l'oggetto e, solo dopo qualche minuto, si accorse che c'era un uomo seduto sulla comoda poltrona in pelle. "Siediti e ti spiego tutto." disse. Lara ubbidì. "Sono Sirius , un guardiano del tempo, e ti ho convocato qui perché qualcosa di terribile sta per accadere nella tua famiglia: una persona molto malvagia, chiamata Mood, vuole tornare indietro nel tempo ed uccidere i tuoi bisnonni, in modo che tu non nasca”. Lara ascoltava il racconto incredula e disse: "io?". L'uomo la guardò e rispose con voce calma: "Vedi, quando crescerai sarai destinata a qualcosa di grande. Lara balbettò: "io...io, destinata a far qualcosa di grande?” “Sì, ma ora non c'è tempo, stanno arrivando! Vogliono ucciderli, ora sono di sopra che dormono." "Come facciamo ad impedirglielo?” disse la giovane ansimando di paura. "Li dobbiamo rimandare nella loro epoca con questi vecchi orologi da taschino. Basta impostare l'ora su mezzogiorno e lanciarglieli addosso". La porta si spalancò di colpo ma Lara e Sirius si erano nascosti per non farsi vedere. Ci furono spari e urla ma con un fragoroso "bang" tutto finì: gli aggressori erano spariti grazie agli orologi da taschino. Attirati da rumori i due bisnonni andarono a controllare ma i loro salvatori erano già in viaggio nel tempo. Quando furono nella loro epoca, Lara incominciò a ringraziare Sirius e gli chiese “Mi potresti dire cosa farò di grande?” Sirius rispose "Non posso, se lo facessi cambierei il futuro” e con un piccolo pop scomparve.

Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato, e scoprì che era un cubo con dei cerchi su ogni faccia e un pulsante con su scritto "non toccare". Lara incuriosita lo prese per osservarlo e schiacciò il pulsante. Il tempo si fermò e un portale si aprì proprio davanti a lei e Lara ci saltò dentro. In pochi attimi arrivò in un mondo fatto di cibo: le case erano barrette di cioccolata enormi, le strade erano formate da fili di liquirizia, le piante di verdura, gli animali di gelatina e gli esseri umani di marshmellow.
Lara era impaurita e allo stesso tempo meravigliata e chiese ad un passante che città fosse quella e lui disse che era Cibolandia. Lara lo ringraziò  e andò in un bar dove ordinò un panino farcito con nutella del monte Waffle. Quando uscì, sentì una voce che la stava chiamando. Si girò e vide un essere umano, si chiamava Alex, era lì dal 1990 e le suggerì il modo per tornare a casa: dovevano scalare il monte Waffle, dove c’era la nutella incandescente che colava.
Dopo cinque giorni iniziarono a salire e dopo una settimana arrivarono in cima, trovando lo stesso identico cubo. Schiacciarono il pulsante e saltarono dentro il portale. Lara ed Alex arrivarono dentro il Colosseo.
 Lara si svegliò…era stato tutto un sogno.




Il portafoglio smarrito di Parodi
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato. Da lontano poteva sembrare una pietra ma appena lo raggiunse si accorse che si trattava di un marsupio. Incuriosita decise di aprirlo: all'interno vi trovò una piccola macchina fotografica, un portafoglio con alcune banconote e i documenti di colui che lo aveva perso. Controllandoli si rese conto che non si trattava di un suo concittadino ma di un uomo residente a Roma. Si chiamava Marco Ferrari ed era un fotografo di professione. Lara prese il cellulare e decise di contattare l’uomo. Marco alla notizia del ritrovamento pianse dalla felicità e cominciò a ringraziarla spiegandole che era venuto a visitare l'acquario di Genova e, una volta salito sul treno per Roma, si era accorto di non avere il marsupio con sé. Oltre a essere riconoscente nei suoi confronti la invitò a trascorrere una vacanza a Roma tutta a sue  spese.
La donna ringraziò Marco ma gli spiegò che, per motivi di lavoro, non poteva accettare il suo invito, si fece dare l'indirizzo preciso di dove abitava e  gli disse che gli avrebbe spedito il marsupio per posta, promettendogli che non appena avesse avuto un momento libero nell’agenda sarebbe andata a trovarlo.

Lo specchio di Giorgia Pirino
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato quando si accorse che si trattava di uno specchio. In quell'oggetto c'era raffigurata una persona, più precisamente una fata. Lara strofinò lo specchio per spolverarlo quando la persona raffigurata cominciò ad animarsi: "Aiuto! Ti prego. Sono intrappolata in questo oggetto! Mi chiamo Lyria, sono una ninfa, precisamente la ninfa dei diamanti.
Il mago Mostrus mi ha rinchiusa qui dentro e poi mi ha gettata sulla Terra in modo che nessuno mi potesse trovare...Devi assolutamente liberarmi così potrò fermarlo dal suo intento di rubare tutti i diamanti da Fairytopia." disse quasi in lacrime. "Certo che ti aiuterò, dimmi solo come posso raggiungere il mondo delle fate!" esclamò Lara.
"Oltre a questo specchio ci dovrebbe essere anche un flauto magico e, mi raccomando, non lo devi suonare, ma solo dire una parola magica, ovvero "Fairytopia". Lara corse alla ricerca del flauto, non stava più nella pelle. Dopo circa dieci minuti lo trovò, pronunciò la parola magica e subito si ritrovò in un posto molto cupo, probabilmente il castello di  Mostrus.
Entrata, dopo un lungo sospiro di incoraggiamento, vide subito la gabbia di Lyria  e si affrettò a raggiungerla. Fortunatamente Mostrus non c'era quindi non fu difficile liberarla.
Le due ragazze si affrettarono a raggiungere il castello e arrivarono prima che Mostrus estraesse il diamante più importante ovvero il Fayri.


Dario Politi
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e scoprì che era un filo che sbucava dal terreno. A quel punto iniziò scavare finché non raggiunse una bomba con un timer di ancora 35 ore. Lara allora scappò in casa ad avvertire i genitori e fu in quel momento che suo padre Sergio le confessò di essere una spia militare, lasciandola stupefatta, non lo avrebbe mai immaginato. Un attimo dopo Sergio corse in macchina per portare la bomba al quartier generale dove i suoi capi la fecero analizzare in laboratorio per individuare delle impronte digitali e trovarono quelle di Aleksandr Gugu Lenna, recluta del leader dell'esercito russo . In men che non si dica il capo ordinò di mandare dei soldati ma Sergio aveva un conto in sospeso con Aleksandr e voleva andare da solo così, dopo essersi fatto dire il luogo in cui viveva il suo nemico partì per Mosca. Una volta arrivato,  colse di sorpresa Aleksandr a casa sua e lo fece portare al quartier generale di Roma da altri soldati. Quando tornò a casa tutto riprese come prima e Lara continuò la sua vita normalmente . 

Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato che emanava lampi blu e verdi ad intervalli regolari e aveva la forma di una specie di cubo . La giovane ragazza gli si avvicinò sempre più incuriosita: sembrava non provenire dalla Terra . Appena fu a pochi metri dall'oggetto i lampi scomparvero e vennero sostituiti da una forte luce rossa, il congegno si fissò al terreno e delle catene, provenienti dalla parte superiore del cubo, le si attaccarono immediatamente alle caviglie bloccandole la fuga.
Pochi secondi dopo un aereo di una tecnologia molto avanzata atterrò affianco a lei e una creatura scese a prenderla. Il suo fisico era identico a quello di un essere umano, solamente che aveva la pelle azzurra, i capelli blu e le iridi degli occhi rosso fuoco.
L'apparente alieno disattivò e raccolse il cubo e Lara, che nel frattempo era svenuta . Un po' di tempo dopo Lara si svegliò all'interno dell'aereo ancora ammanettata. Presto le venne spiegato che gli alieni che l'avevano rapita volevano solo studiare il suo corpo e la sua mente per capire se una convivenza tra umani fosse possibile.  A quel punto la ragazza venne riportata sulla terra e, appena scese dall'aereo, sentì una voce che diceva ininterrottamente di svegliarsi...era stato tutto un sogno!


Francesca Sbrana
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato e vide una luce molto potente situata all'interno di una pallina che produceva vari colori. Si avvicinò lentamente per vederla meglio ma appena la prese in mano venne risucchiata e si addormentò in un sonno profondo. Quando si risvegliò si ritrovò stesa su un prato di margherite, si alzò e si incamminò per un sentiero. Dopo circa due ore, Lara intravide una piccola casetta di legno, si avvicinò e busso alla porta ma non le aprì nessuno . Vide, però, che la finestra era aperta e così si intrufolò all'interno della piccola dimora . Incuriosita esplorò tutta la casa. Ad un certo punto sentì un rumore simile a quello di un terremoto che proveniva dal piano di sopra così andò a vedere. Dopo aver salito tutti quei piani di scale finalmente raggiunse la stanza e video non gnomo verde dormire con delle enormi orecchie a punta e un enorme nasone a patata. Lara fece un balzo per lo spavento e tirò un urlo. Lo gnomo si svegliò e la osservò attentamente con occhi sbarrati. Dopo qualche minuto le domandò chi fosse e da dove venisse. Lara gli spiegò che non aveva idea di come fosse arrivata fin lì e lo pregò di non farle del male e dispiegarle dove si trovasse. Lo gnomo le disse che era finita nel regno degli gnomi e che per ritornare a casa doveva andare a parlare con il re, ma c'era un piccolo problema il re degli gnomi era stato rapito dalla strega malvagia che lo aveva rinchiuso nella sua torre in cima al monte. Lara senza pensarci due volte lo ringraziò per le informazioni e andò subito a salvare il re in cima alla montagna. Non appena salì però venne rapita dai servi della strega, portata nella sua torre e sbattuta in prigione. Al suo interno era imprigionato anche il re, al quale spiegò la sua situazione e lui le disse che l'unico modo per tornare a casa era bere un sorso della sua boccetta di Back Blow, una pozione che permetteva di andare nel posto desiderato. Alle dieci di sera la guardia si addormentò e Lara vide le chiavi della cella attaccate ai suoi pantaloni, così facendo molta attenzione a non fare rumore e a non farsi scoprire, le prese. Aperta la porta i due scapparono e si recarono nel castello. Il re diede la bottiglietta Lara che prima di berla e di andarsene lo aiutò a sconfiggere la strega responsabile di tanto terrore e dolore. Una volta battuta l'avversaria Lara prese la bottiglia bevve un sorso della pozione e si addormentò di colpo. Appena si risvegliò si trovò stesa nel prato nello stesso punto in cui era situata la pallina. Spaventata corsa a casa sua e decise che in quel prato non ci avrebbe mai messo più piede.

La grotta al centro della terra di Tedde
Lara si avvicinò per capire cosa fosse quello strano oggetto sul prato : era un piccolo aggeggio con un pulsante rosso. Lara si incuriosì, gli scattò una foto e rimase ad osservarlo per ore , cercando in tutti modi di capire a cosa servisse. Quando divenne buio dovette andare a casa e, dopo aver cenato, se ne andò in camera, si chiuse a chiave, si sedette alla scrivania che fece una ricerca su ciò che aveva trovato, senza nessun esito. Stanca, decise di andare a letto si addormentò all'istante.
Il giorno dopo si alzò tardi fece colazione e si rimise alla scrivania per continuare a cercare informazioni ma non trovò di nuovo nulla perciò si decise a chiamare la sua migliore amica. Quando arrivò a casa sua le raccontò tutto per filo e per segno e le fece vedere la foto dell'oggetto che l'aveva incuriosita tanto. Le due amiche si misero nuovamente a cercare e, ad un tratto, Lara tirò un urlo di gioia e stupore poiché aveva letto che, se si schiacciava il pulsante, apparivano delle scale che conducevano in un luogo segreto. Insieme le due ragazze corsero al parco, raggiunto l'oggetto, Lara si chinò, schiacciò il pulsante ma non accadde nulla. Le ragazze erano un po' tristi ma dopo pochi istanti  la terra iniziò a tramare e comparvero delle scale misteriose. Le ragazze felici scesero piano piano. Dopo qualche ora si trovarono in una grotta piena di diamanti e pietre preziose. Era un posto magnifico e vi rimasero per ore ad esplorare quando una di loro lesse ad alta voce: "Benvenuti al centro della terra". Le ragazze stupefatte capirono che era l'ora di andarsene, ripresero la via del ritorno. Giunti alla fine schiacciarono il pulsante e giurarono di non parlare di questo passaggio a nessuno. Dopo pochi istanti andarono ognuna delle rispettive case e Lara si addormentò subito perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola.